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    Cosa visitare a Borgo Chiese

    Rio Caino

    Il sentiero di Rio Caino è uno dei luoghi più suggestivi di tutta la Valle del Chiese. È un museo all’aperto di tradizione popolare, situato vicino all’abitato di Cimego, sulla sinistra olografica del fiume Chiese. Il percorso comincia da un piccolo ponte sospeso sopra il fiume e si snoda per circa 4 chilometri di comoda passeggiata. Quello che si può visitare è un insieme straordinario ed irripetibile di insediamenti artigianali come fucine e mulini ancora funzionanti, fornaci per la calcina, trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale, istallazioni del boscaiolo e del carbonaio, e storie magiche di streghe ed eresia. Un museo dove le pareti sono antiche le faggete e pinete, il soffitto è il cielo e le aree di sosta sono panchine in legno con splendidi panorami.

    Durante i mesi estivi c’è la possibilità di assistere al funzionamento del mulino, alla magia della panificazione e alla trasformazione del ferro ad opera del fabbro. Il tutto grazie alla forza dell’acqua!

    Il sentiero è visitabile tutto l’anno (esclusi gli interni degli opifici al di fuori dei mesi estivi). Scoprite le bellezze che la natura offre in ogni stagione!

    Il percorso ha una durata di circa 3 ore; consigliati abbigliamento comodo e scarpe da trekking; sconsigliato l’uso del passeggino. Lungo il percorso sono presenti delle fontane con acqua potabile e a circa metà un punto di ristoro.

    Casa Marascalchi

    La magia del passato continua a Casa Marascalchi, nel cuore del borgo medievale di Quartinago, a pochi minuti a piedi dal Sentiero Etnografico Rio Caino. Un vero e proprio museo di civiltà contadina, che permette di riscoprire le radici degli abitanti di questa valle trentina. Il tempo, una volta varcata la soglia, sembra essersi fermato in istanti precisi: nella vecchia cucina il paiolo è ancora sul focolare, i piatti sulla tavola; il banco da lavoro del falegname è ricco di oggetti appena usati. Al piano superiore le camere, con le camicie da notte appena sfilate e posate sul letto, l’antico telaio avviato, qualche gioco sparso nella camera dei bambini. E poi su, in mansarda, il pagliericcio, la frutta stesa ad essiccare. Dove sono gli abitanti? Sono fuggiti all’improvviso? Forse, ascoltando in silenzio potrete sentirne le voci…

    Il museo contadino Casa Marascalchi è visitabile tramite visita guidata durante i mesi estivi. La durata della visita è di circa 1 ora.

    La Pieve di Condino

    Nata come ente religioso rurale di origine tardo antica la Pieve si affermò all’epoca delle invasioni barbariche, ereditando il ruolo di guida amministrativa, economica e politica delle comunità alpine. Dopo il Mille venne ancora inclusa nelle nascenti istituzioni comunali, situazione per cui con questo termine si indicava quindi sia il territorio compreso in quel determinato distretto ecclesiastico sia l’edificio sacro.

    Di antico impianto romanico la Pieve di S. Maria Assunta a Condino compare di fatto nei documenti storici a partire dal 1189. Tra il 1495 e il 1505 viene però totalmente ricostruita in stile tardo gotico rinascimentale per volere della Regola Generale di Condino su progetto e sotto la guida del maestro muratore Albertino Comanedi di Osteno (Como) e quindi decorata da una trentina di artisti provenienti in gran parte anch’essi dalla Lombardia.

    Costruita in un’unica navata divisa in quattro campate, la pieve condinese presenta ora uno splendido portale principale, realizzato nel triennio 1534-1536 in stile rinascimentale in pietra bianca locale dallo scultore Giovanni Lorenzo Sormani da Osteno (Como) e, lungo le pareti interne, una serie di affreschi realizzati tra il 1504 e il 1507 da “dipintori tedeschi e bresciani” (cit. Papaleoni), che propongono figure di santi e Madonne di pregevole fattura, una scena con S. Giorgio e il Drago e un esemplare di “Hortus Conclusus”, particolare e rara raffigurazione simbolica dell’Annunciazione, più diffusa in territorio tedesco. Sull’Arco Santo svetta invece il Giudizio Universale.

    Tra gli otto notevoli altari lignei policromi collocati sulle pareti laterali a partire dalla prima metà del XVI secolo, spiccano l’Altare detto “della Scola”, realizzato dal grande maestro intagliatore Stefano Lamberti in collaborazione con pittori come i Piazza di Lodi e il Romanino, e quello di S. Antonio Abate.

    Da annoverare ancora l’Ancona dell’Altare Maggiore sul presbiterio, scolpita e montata tra il 1538 e il 1545 dai famosi scultori bresciani Maffeo e Andrea Olivieri.

    Dal 1972 la Pieve di Condino rientra tra i monumenti di valore nazionale. La sua cura è stata affidata dapprima alla Sovraintendenza di Verona e quindi alla Provincia Autonoma di Trento.